martedì 17 aprile 2012

Oggi su "La Sesia": Flavio e Beatrice


Ci sono incontri che la vita rende impossibili. Quello tra Flavio e Beatrice non avverrà mai. Flavio è un ragazzo torinese, ha quindici anni, è alto, magro e possiede quella che la saggezza popolare chiama la bellezza del somaro. Solo che Flavio somaro non lo è, anche se ha rimediato un quattro e mezzo in matematica. È per questo che un giorno, mentre mamma e papà lo aspettano a casa come sempre, si incammina lungo i binari di una ferrovia. Sembra una passeggiata e a Beatrice sarebbe piaciuta. Ma Beatrice non può seguire Flavio lungo la massicciata del treno. Beatrice è una ragazza veneziana, ha quindici ed è bellissima nonostante le cicatrici che le attraversano il viso. A Flavio, se lo incontrasse, sorriderebbe come sorride a tutti. Con occhi di un verde luminoso, prima ancora che con la bocca. Perché Beatrice è contenta di essere viva ed è piena di progetti. Flavio no. Lui, ci dicono, è taciturno, riflessivo. Un ragazzo come ce ne sono tanti. Ama lo sport e in questo è simile a Beatrice. Ma della vita, di quella vita che a quindici è una cosa terribilmente seria, non riesce a scorgere il lato illuminato. Per questo cammina lungo la ferrovia e a chi gli dice di stare attento risponde che sta andando per la sua strada. Perché è convinto che sia quella e nessun altra. Invece Beatrice potrebbe spiegargli che di strada ce n’è sempre una alternativa. Lei lo sa. Aveva solo undici anni quando è stata colpita da una meningite fulminante. L’infezione le ha aggredito il sangue. Il sangue infetto le ha aggredito il corpo. I medici, per salvarla, le hanno tagliato le braccia fin sotto il gomito. Non è bastato. Il papà e la mamma di Beatrice, che tutti chiamano Bebe, hanno dovuto spiegarle che bisognava tagliare anche le gambe, fin sotto al ginocchio. Ha chiesto: “Starò meglio?”. Hanno risposto che così pensavano i medici. E Bebe, a undici anni, ha detto: “Ok, tagliate e fate in fretta”. Per questo Bebe non avrebbe potuto accompagnare Flavio lungo la ferrovia. Si muove su una sedia a rotelle. Però avrebbe potuto, se lo avesse conosciuto, mostrargli che nessun ostacolo è insormontabile. Senza gambe e senza braccia Bebe è campionessa mondiale di scherma tra i disabili under18, sarà la tedofora alle Paraolimpiadi di Londra. E, come Flavio, ogni tanto prende un brutto voto a scuola. Quando succede si stringe nelle spalle e guarda avanti. Alla prossima operazione per cancellare le cicatrici sul viso, alla prossima protesi per correre e camminare, alla prossima sfida. Bebe non ritiene di essere speciale, così come Flavio non riteneva di essere importante. Per se stesso e per gli altri. Perché la sua integrità fisica, la sua salute, la sua giovinezza e tutto il suo futuro, Flavio li ha gettati sotto un treno che non è riuscito a fermarsi in tempo. A quindici anni ha scelto di morire. Una scelta che nessuno è in grado di comprendere, di spiegare. Meno che mai di giudicare. Ma se Flavio avesse incontrato Beatrice e il suo sorriso, chissà.

Laura Costantini

1 commento:

  1. Ca...(pita?) se sei brava!
    Un piacere leggerla, una doppia storia raccontata così...
    Chapeau!

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