mercoledì 17 luglio 2013

Soggettiva di ZG: Gli anni belli di Marco Proietti Mancini (Edizioni della sera)

È sempre riduttivo rinchiudere una scrittura in un aggettivo. Ma cercando una definizione per questo romanzo mi è venuto alla mente un aggettivo: fluviale. La scrittura di Marco Proietti Mancini ha una portata da grande corso d'acqua, di quelli che scorrono placidi in una valle solcata da secoli, millenni di ricordi. Un corso d'acqua che, però, mantiene intatta la memoria di cascate, torrenti impetuosi, rapide assassine. Ogni singola parola si incanala nel letto che l'autore ha scelto, voluto, creato scavando significati, aprendo parentesi, ordendo una trama che raccoglie ogni singola goccia, ogni spunto, ogni deviazione attraverso un ordito preciso. Romanzo di formazione, forse, romanzo sentimentale, di sicuro romanzo storico perché senza essere mai didascalico, restituisce lo spirito del tempo degli anni Trenta. Gli anni belli del protagonista, Benedetto, giovane scalpellino di Subiaco emigrato nella Roma con velleità da caput mundi del Fascismo. Gi anni dell'illusione che tutto possa andar bene, nonostante. Nonostante una dittatura ormai consolidata, nonostante le velleità coloniali, nonostante camicie nere e fasci littori, nonostante il potere nelle mani degli incapaci di ogni tempo. Nessuno schema, una trama scarna, solo la volontà di seguire il corso delle parole e delle emozioni. Solo la forza inesausta di una sorgente che chiede di farsi ascoltare, perché racconta una storia. Una storia piccola, di un ragazzo diciottenne che affronta la vita, che incontra l'amore, che ha idee e ideali ma anche la capacità di capire dove e quando piegare la testa. Una storia minima che impatta nella Storia di questo nostro paese e ci regala un personaggio senza tempo. Quello di un uomo che dà importanza alle cose che contano veramente: un cielo stellato, una stradina di paese, il sorriso dell'amore, l'abbraccio enorme e protettivo di una madre, la speranza nel futuro. Noi sappiamo che nel futuro di Benedetto e di tutti gli italiani come lui c'è stata una guerra atroce. Ma leggendo la sua storia, vivendola, seguendo il fiume delle parole, riusciamo a illuderci che sì, siano quelli gli anni belli.

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