sabato 2 agosto 2014

Personaggi del Puzzle di Dio: il Nepal




Ci volle quasi un’ora perché il taxi li lasciasse a nord di Sankhu, davanti alle stele di Vishnu e di Hanuman che segnavano l’inizio del sentiero verso la loro meta: il tempio di Vajra Yogini. Il tracciato, candido e scintillante di schegge di mica sotto i raggi del sole, si arrampicava nel verde di una collina piuttosto ripida, a volte affiancando piccole capanne in muratura dove la popolazione si era ingegnata ad attrezzare centri di ristoro forniti di biscotti, patatine, barrette di cioccolato e l’immancabile Coca Cola a uso e consumo dei trekker di passaggio. Dopo il caos di Bhaktapur in festa, il silenzio di quei luoghi riconciliò Mattias con l’idea che si era fatto del Nepal: aria pulita, cieli limpidi, natura incontaminata e invito alla contemplazione. Un volo di grandi farfalle dalle seriche ali marroni a pois azzurro cobalto attraversò il loro cammino quando il sentiero li portò ai piedi di un’antica scalinata. I gradini, consumati da secoli di pellegrini, erano scavati nella mica e scintillavano d’oro e d’argento, cospargendo di polvere luminosa i loro scarponi infangati. Ai belati delle capre si erano sostituiti i versi delle scimmie, piccoli macachi dagli occhietti maligni che si rincorrevano tra i rami dei pini e dei pipal, e il gorgogliare di acqua corrente. Ne scoprirono l’origine quando Raji concesse loro una sosta davanti a una fontana scolpita dalle cui cannelle zampillavano impetuosi e limpidi getti.

Mattias tolse gli occhiali da sole e mise la testa sotto il getto.

Che meraviglia”, esclamò buttando indietro i capelli e lasciando che rivoli d’acqua gli scorressero giù per il collo, nella camicia. “Ci voleva.”

Lorenzo lo imitò mentre Raji si dissetava direttamente da una cannella di pietra scolpita in forma di serpente.

Erano saliti parecchio, ma la vegetazione, quasi una giungla, era troppo fitta per permettere loro di scorgere il tortuoso tracciato della scalinata che si erano lasciati alle spalle. Il sudore aveva tracciato larghi aloni sulle camicie, costringendoli a sbarazzarsi dei gilet. Il meno provato dalla salita appariva Raji che si era seduto sul bordo di pietra della fontana e aveva estratto una sigaretta dal taschino.

Quanto manca ancora?”, chiese Lorenzo ravviando con le dita i capelli bagnati e inforcando gli occhiali.

Venti minuti di marcia, siamo a metà strada.”

Un rumore di passi affrettati attirò la loro attenzione. Un nepalese, nella divisa scura della Polizia, scendeva a rompicollo i larghi e dissestati gradini di mica. Si fermò di botto quando li vide, in preda al panico. Lo scambio di battute con Raji fu rapidissimo, poi il poliziotto riprese la sua corsa giù per la scalinata.

Che succede?”, chiese Lorenzo.

Tre uomini, armati”, rispose Raji spaventato, “gli hanno ordinato di andarsene. Lui era a guardia del tempio, c’è sempre un poliziotto a guardia del tempio.”

Il colonnello Demedici tolse lo zaino dalle spalle e ne estrasse il kalashnikov.

Non ti ha detto altro?”, chiese Mattias. “Chi sono quegli uomini?”

Americani, ha detto che sono americani!”

Cazzo!”, sibilò Lorenzo togliendo la sicura.

Lo sguardo della loro guida non riusciva a staccarsi dall’arma.

Raji, tu torni indietro.”

Il ragazzo diede una tirata disperata alla sigaretta, prima di gettarla in terra e schiacciarla sotto il tacco dell’Adidas d’imitazione.

Tutti dobbiamo tornare indietro”, disse.

Mattias gli mise una mano sulla spalla.

Dicci come facciamo ad arrivare lassù senza passare dalla scalinata.”

C’è un sentiero che porta direttamente al monastero, sopra i due templi. Ma non posso indicarvelo, vi devo guidare.”

Non sei obbligato”, lo incalzò Lorenzo. “Dacci qualche indicazione, ma sbrigati.”

Il ragazzo si diresse verso il crinale fangoso alle spalle della fontana scolpita.

Andiamo”, li incitò, cominciando a inerpicarsi tra le contorte radici di un enorme pipal cresciuto in forma di arco.
 
 
p.s. La foto è stata scattata esattamente nel luogo dove si svolge la scena, sulla salita per il tempio di Vajra Yoghini. E l'ho scattata io.

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