No, prima il pesce,
poi la tavoletta ouja. I patti sono patti. E nella ciotola, per cortesia, che
l’ultima volta ho rischiato di lasciare la lingua sul tegame bollente. Ecco,
brava, hai capito. Va beh, la carezza l’accetto, ma poi lasciami mangiare in
pace, che sono due giorni che non metto niente sotto i denti. E io, sia chiaro,
topi non ne mangio.
Arrivo. Si può sapere
perché tanta fretta? I morti non scappano. Lasciami lappare il fondo della
ciotola. Il meglio resta sempre lì. E no, non c’è bisogno che mi prendi in
braccio. Ci salgo da solo sul tavolo. Ormai conosco la procedura. Ecco, mi
metto qui, immobile e magari m’addormento pure. C’è un bel calduccio e sono
proprio sazio. Sì, ho capito. Vuoi che stia lì a guardarti, ma stanotte gela e
non riuscirai a cacciarmi via. Venduto per venduto, è meglio un tappeto di
polvere che le foglie fradice sotto la panchina. Sei pronta? Allora vado con il
miagolio evocativo.
E poi dicono che i
gatti sono traditori. Ho fatto tutto per benino, ho assunto la posa da gatto egizio,
ho ondeggiato la coda e miagolato al momento giusto. Un’interpretazione da
oscar e il risultato? C’è mancato poco che prendesse la scopa per sbattermi
fuori. Ingrata. La prossima volta non mi muovo per meno di un trancio di pesce
spada. Sempre se ci sarà una prossima volta. Il tempo si sta mettendo al brutto
e io sono cagionevole di salute. Lo diceva pure il veterinario. Pasti regolari,
temperatura costante e il giusto riposo. L’età non ammette strapazzi. Altro che
strapazzi. Senti come tuona. Se non rimedio un rifugio per la notte, alla
prossima seduta spiritica, sul tavolo della vecchia ci finisco imbalsamato.
E questa che vuole?
No, ti prego, in braccio no. Guarda che ti graffio. Sì, va beh, ti graffio. Con
tutti quei piercing, mi sa che ti faccio un favore. Si può sapere dove stiamo
andando? Non mi piacciono gli ascensori. Una volta ci sono rimasto dentro e ho
miagolato da strappare il cuore. Nel palazzo ancora se lo ricordano.
Sicura di sapere dove
stiamo andando? No, perché io al buio ci vedo, ma tu stai annaspando e non
vorrei che mi cadessi addosso. Ho le ossa fragili, io. Che umidità, c’è puzzo
d’acqua stagnante. Ah, siamo nei lavatoi. Ragazza, non facciamo scherzi. Io
sono pulitissimo e comunque i gatti non si lavano. E adesso perché usciamo? Sta
piovendo, ti bagni pure tu. Senti che vento. E coi fulmini come ti metti? Non
so chi sia la stronza di cui stai parlando, ma per i miei gusti questo
parapetto è troppo basso. Guarda che quella che i gatti cadono sempre a quattro
zampe è una balla. Dipende dal gatto. Dipende dall’età. Dipende dall’altezza.
Saranno almeno sei metriiiiiiiii…
Più bastarda di un
cane bastardo. Ecco cosa sei. Iniziamo dalla coda. Si muove. Zampa anteriore
destra, sinistra. Anche dietro… beh, pensavo peggio. Alla mia età, un volo così
e sono ancora tutto intero. E tutto bagnato. Viene giù a secchiate. Stavolta il
cimurro non me lo leva nessuno. Se solo riuscissi… Fermi tutti, la finestra è
aperta. Mi intrufolo, ventre a terra e orecchie dritte. Non sai mai come
reagiscono gli umani. Appunto. Che c’è da strillare? Sono un gatto, mica una
tigre inferocita. Ehi, aspetta. No, il lancio di piatti no. Rischi di farmi
male sul serio. Ma non ragioni proprio.
L’hai voluto tu. Mi
infilo sotto il divano e voglio vedere come te la cavi. Fa pure un bel
calduccio e il tappeto è folto come piace a me.
Ah, ci voleva proprio
un bel pisolino. Mi sono pure asciugato. Quasi quasi faccio un po’ di fusa e
magari quella si calma e capisce pure che non c’è motivo di aver paura. E
questo chi è? La tipa ha chiamato i rinforzi. Ma allora è un vizio quello di
prendermi in braccio. Ma lo volete capire che un gatto ha una dignità? Non sono
mica un pupazzo io. Guarda amico, non ti graffio solo perché hai una faccia
simpatica. Non deve essere facile neanche per te vivere con quella lì. Bravo,
diglielo, sono solo un gatto. Un bel gatto a dirla tutta. E non porto sfiga,
non starla a sentire. E nemmeno malattie. Sei proprio un ragazzo intelligente.
Dì, non starai mica considerando l’idea di adottarmi? Il posto è accogliente,
non avrei nulla da obiettare. Io. Lei invece… No, non sono il gatto della tipa
col piercing. Sì, è stata lei a lanciarmi dal terrazzo. E non lo so se è una
vendetta perché l’hai mollata, sono cose da umani. So solo che ho rischiato di
sfracellarmi sul vostro terrazzo e che non sarebbe male se teneste conto che…
Ho capito. Niente da fare. Almeno mi sono asciugato.
Che cuore, lasciarmi
così, sul pianerottolo in questa notte di tregenda. Potrei miagolare tutto il
mio disappunto. Così imparate… Erano anni che non facevo tante scale. Sono
tutto un dolore e non mi dispiacerebbe mettere qualcosa nello stomaco. Una
soluzione ci sarebbe. La bambina del terzo piano. Mi spupazza come fossi un bambolotto,
però mi riempie di croccantini e a pancia piena il freddo si sopporta meglio.
Che faccio, gratto?
Eccomi qua. Col
fiocco al collo come Winnie the pooh, infilato nella culla e con un principio
di mal di mare. Almeno cambiasse ninna nanna. No, quella schifezza che chiami
pappa non la mangio. Da’ retta alla mamma, va’ a prendere i croccantini. Quelli
sì che li mangio tutti, mammina. E attenta col pannolino, che mi strappi il
pelo. Ehi, quella è una coda, non la puoi arrotolare. Lasciami la coda, lascia.
Eh no. Senza
croccantini non me ne vado. Mica l’ho fatto apposta a graffiarla. Mi sono fatto
seviziare per più di un’ora e adesso mi merito la ricompensa.
Bella ricompensa.
Preso a calci nel didietro come l’ultimo dei randagi. Finisce sempre così.
Tutti micio micio all’inizio, poi quando hanno avuto quello che volevano… Beh,
adesso non esageriamo. Stiamo chiedendo un po’ troppo. Non sono castrato, ci
mancherebbe signora mia. E fino a qualche anno fa mi sono fatto onore con tutte
le gatte del circondario. Non insista signora, la sua micetta è davvero un
amore ma, mi duole ammetterlo, la macchia in cui tutti vi ostinate a vedere
qualcosa di sovrannaturale è un raro segno di vecchiaia. Lo so, è strano che un
gatto ingrigisca ma tant’è. Nessuna magia, nessun mistero e… nessuna cucciolata
con la frezza bianca. Sono vecchio.
Ecco che ci si ricava
a essere sinceri. E’ già tanto che non mi abbia cacciato fino in cortile. Il
sottoscala non è il massimo, ma almeno è asciutto. Devo solo essere abbastanza
svelto da evitare la signora delle pulizie domani mattina. Quella ha una mira
con la scopa che pare un cecchino. Mi sistemo qui, nell’angolino più caldo,
dove passano i tubi della caldaia. E anche i topi… No, non sarò mai a questo
punto. Non finché loro saranno umani e io gatto. E adesso buonanotte, che domani
si ricomincia col solito giro.
Laura Costantini e
Loredana Falcone
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti non espressamente firmati e/o sgradevoli verranno cancellati dalle proprietarie di questo blog.