lunedì 5 settembre 2016

Scotland memories

Siamo state in Scozia. 
E ne abbiamo ricavato impressioni e suggestioni e sensazioni legate alla vita quotidiana degli scozzesi. Che poi, secondo noi, dovrebbe essere lo scopo principale di un viaggio. Si parla molto di globalizzazione e di una sorta di conformismo planetario che, almeno per quanto riguarda la parte occidentale del mondo, rende ogni luogo uguale a un altro. Ma non è vero. Se ci avessero private della facoltà di leggere e distinguere una lingua da un'altra e ci avessero teletrasportate in un qualsiasi vicolo di Edimburgo o di Glasgow o di Inverness, avremmo immediatamente capito di trovarci nel Regno Unito. Da cosa? Il colore delle mura, lo stile (o la mancanza di stile) delle insegne, sempre un po' spartane al punto che un supermarket a colpo d'occhio potrebbe essere un'agenzia di pompe funebri o una sede di franchising immobiliare. Poi, ovvio, dalle auto che viaggiano al contrario, dalla segnaletica orizzontale fatta di tratteggi e zig zag inediti nel resto d'Europa (e d'America). E ancora dal colore del cielo. In Scozia i colori sono acquarellabili, tutti. Cielo, nubi, fiori, prati. I prati, ragazzi. I prati sono incredibili.
Tappeti di velluto verde, occasionalmente trapunti da ceppi funerari. Perché la morte gli scozzesi se la tengono accanto, quasi nel cortile di casa. Un atteggiamento di accettazione che dovrebbe farci riflettere. E non solo riguardo all'evento conclusivo dell'esistenza. Gli scozzesi, i britannici in genere, sono "sportivi". Quel legging fiorito, quella gonnellina rigida, quel cappellino assurdo, quella scarpa carnevalesca. Va tutto bene. Indossano un pessimo gusto con allegra noncuranza, così come indossano senza problemi una linea appesantita o una certa qual trascuratezza igienica. No, non stiamo per lanciare la filippica sull'assenza del bidet (anche se manca almeno quanto un buon espresso, anche di più). La maggior parte degli scozzesi non sembra indulgere volentieri nella pratica della doccia quotidiana. Per non parlare dello shampoo. I viaggi in autobus oltre a regalarci panorami stupendi sulle Highlands, ci hanno omaggiate di effluvi assortiti che stenteremo a dimenticare. Fin qui cose che, più o meno, si sanno. Non si parla spesso, invece, del fatto che nelle grandi città l'attraversamento dei pedoni al semaforo è anarchico quanto e più che in una qualsiasi delle nostre. Si passa se è rosso, se è verde, se è giallo. Si passa perché si ha fretta, perché il "wait" resta lì per quarti d'ora, perché il verde dura due secondi netti. La differenza è nel rischio che si corre. Gli automobilisti scozzesi corrono, molto. Ma considerano sacro il pedone. E se ti vedono in piedi sul bordo del marciapiede, si fermano. A prescindere dalla tua reale intenzione di attraversare. A quel punto, per non deluderli, passi. Ancora: le strade sono sporche, esattamente come da noi. Cartacce, bicchieri di cartone, incarti di snack vari, pezzi di carta, mozziconi e, negli angoli più riparati, la traccia inequivocabile di evacuazioni urinarie. Perché la birra, si sa, da qualche parte deve pure uscire. Ci siamo trovate a Glasgow durante un venerdì sera.
E di persone sbronze in giro non ne abbiamo viste molte. Ma forse reggono bene, da buoni scozzesi, perché i bicchieroni di birra andavano che era un piacere. Che altro? Amano le 500 Fiat, possibilmente rosse. Ne abbiamo viste molte. Coltivano, con successo, rose e fiori che si tende a immaginare in luoghi più assolati. Hanno un alto tasso di giovani e bambini. Ma non sono ricchi e, dalla nostra impressione, neanche in ripresa. Molte le saracinesche chiuse sulle strade di grande passaggio. A Fort William abbiamo letto, su una vetrina, il messaggio commovente di tal John Steel che, costretto a chiudere il proprio emporio, ringraziava i clienti e chiedeva scusa per non essere riuscito a continuare a tenere sollevata la saracinesca. Nei supermarket la carne è poca e solo tagli a buon mercato. I negozi di grido, i vari Prada, Clark e via griffando, sono scicchissimi ma vuoti. Mentre i clienti affollano Primark, Zara, H&M. La crisi c'è e si sente. E allora meglio alzare lo sguardo verso l'orizzonte dei laghi, dei castelli, delle Highlands.
Un inganno, le "alte terre" scozzesi. Morbide come le forme di una donna in carne, all'apparenza, ma con un'anima di roccia tagliente. Le abbiamo viste avvolte in stole di erica fiorita, eleganti nella loro desolata bellezza sotto un cielo che riesce a essere enorme e vicino da toccarlo.
Ecco, la Scozia è questo e molto, molto, molto altro. Bellissima, selvaggia e insieme amichevole, ospitale, sorridente e malinconica. 


2 commenti:

  1. Cosa pensate dei corsi/scuole di scrittura? Ne avete fatti o tenuti?

    Grz

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    1. Il commento c'entra poco com il post sulla Scozia, ma non ne abbiamo fatti e non ne abbiamo tenuti mai. Crediamo che il miglior corso di scrittura sia sempre e solo leggere. Molto.

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